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Millennial vs Generazione Zero: in cosa sono diversi?

Millennial VS generazione zero: in cosa sono diversi?

Sebbene possano sembrare tutti ugualmente giovani, i millennial e la generazione zero non rispondono alle campagne di marketing nello stesso modo. Scopri le differenze principali!

Per gli esperti di marketing e i proprietari di aziende, comprendere le sfumature e le peculiarità di ogni generazione è parte del divertimento e parte della sfida.

Capire ogni tipo di pubblico ci aiuta a creare il messaggio giusto sui canali giusti e analizzare in modo approfondito i dati demografici è particolarmente importante se i giovani rappresentano una porzione ampia del pubblico a cui ci si rivolge. La generazione zero semplicemente non risponde alle offerte e alle campagne di marketing allo stesso modo dei millennial, quindi è opportuno studiare le differenze principali tra questi due gruppi.

Prima di tutto però vediamo alcuni concetti fondamentali.

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Qual è la fascia di età dei millennial?

Definiamo come millennial i nati tra il 1980 e il 1995. Nel 2020 i millennial avranno un’età compresa fra i 25 e i 40 anni.

Qual è la fascia di età della generazione zero?

La generazione zero è quella dei nati tra il 1996 e il 2015. Perciò, nel 2020, i membri della generazione zero avranno un’età compresa fra i 5 e i 24 anni. Cosa c’è dopo la generazione zero? Alcuni definiscono questa come generazione alfa. È la generazione che non vedrà mai un mondo senza smartphone.

Millennial VS generazione zero: In cosa sono diverse queste generazioni?

Sebbene possano sembrare tutti ugualmente giovani, i millennial e la generazione zero sono notevolmente diversi nel modo in cui acquistano, interagiscono con i marchi e vedono il denaro.

1. Più millennial che non membri della generazione zero sono disposti a spendere per l’esperienza del cliente

I millennial hanno aspettative più elevate per l’esperienza del cliente, ma sono anche disposti a pagare per averla. Il 74% dei millennial afferma che il proprio standard per l’esperienza del cliente è più elevato che mai rispetto al 62% della generazione zero. Il 75% dei millennial è disposto a pagare di più per esperienze del cliente straordinarie (rispetto al 69% della generazione zero).

Il 74% dei millennial afferma che il proprio standard per l'esperienza del cliente è più elevato che mai rispetto al 62% della generazione zero

2. La generazione zero si aspetta un livello più alto di innovazione dalle aziende

Mentre l’80% dei millennial concorda sul fatto che le aziende introducano sul mercato prodotti e servizi innovativi in base alle esigenze e ai valori dei clienti, solo il 71% della generazione zero la pensa così. Probabilmente la generazione zero si aspetta più innovatività perché è cresciuta in un’epoca di rapida innovazione. Ad esempio, i millennial ricordano ancora i negozi di noleggio di VHS Blockbuster, mentre la generazione zero vive nell’era di Netflix sull’iPhone.

L'80% dei millennial concorda sul fatto che le aziende portano sul mercato prodotti e servizi innovativi rispetto al 71% della generazione zero

3. La generazione zero è meno propensa dei millennial ad avere fiducia nelle aziende, ma può essere influenzata

Secondo Salesforce Research, il 71% dei millennial dichiara di avere fiducia nelle aziende contro il 63% della generazione zero. A più della metà dei millennial (55%) piace il modo in cui le aziende utilizzano i loro dati personali contro il 44% della generazione zero.

Anche se si è molto parlato, in generale, del calo di fiducia verso le aziende, resta un barlume di speranza. La generazione zero ha anche più probabilità dei millennial di affermare di avere più fiducia nelle aziende che dimostrano responsabilità sociale (il 62% contro il 56%), magari offrendo ai propri dipendenti la possibilità di dedicarsi al volontariato.

La generazione zero ha più probabilità dei millennial di affermare di avere più fiducia nelle aziende che dimostrano responsabilità sociale (il 62% contro il 56%).

4. La generazione zero è pragmatica, i millennial sono idealisti

I millennial sono stati una generazione ottimistica spesso vista come una generazione di persone che genitori e adulti in genere hanno sempre cercato di assecondare. La generazione zero è invece più pragmatica. Mentre i millennial sono cresciuti durante una fase di boom economico, la generazione zero è cresciuta durante una fase di recessione.

Gli appartenenti a questa generazione sono stati plasmati dalla pressione economica che hanno vissuto negli anni dell’infanzia, quando i genitori e le comunità hanno probabilmente affrontato crisi occupazionali e attraversato difficoltà finanziarie. Pertanto, il marketing di maggior successo verso la generazione zero è quello concentrato sul valore a lungo termine e sugli investimenti intelligenti.

5. Alla generazione zero interessa risparmiare denaro, ai millennial interessa di più l’esperienza

Gli adolescenti di oggi tendono a essere più interessati a risparmiare denaro rispetto a quanto non fossero i millennial alla loro età. La generazione zero è attratta dagli acquisti che massimizzano il valore del denaro, mentre i millennial sono più interessati all’intera esperienza di acquisto di un prodotto.

L’interesse della generazione zero nella spesa conservativa è il risultato diretto dell’essere cresciuti in un periodo di difficoltà economiche: il consumo fine a sé stesso non li attrae. Quando spendono sono diffidenti e attenti. Nel marketing rivolto a loro, la strategia intelligente consiste nel sottolineare che si tratta di investimenti di alta qualità e nel proporre un’ampia gamma di offerte e bonus (come spedizione gratuita oppure omaggi).

6. I millennial apprezzano l’autenticità, ma la generazione zero la porta a un nuovo livello

Probabilmente sai già che i millennial preferiscono marchi che promuovono la trasparenza e condividono i loro stessi valori. Ma la generazione zero è anche più ossessionata dalla ricerca di marchi autentici. Ad esempio, Dormify, un negozio che offre arredi per piccoli spazi, ha scoperto che per la generazione zero le immagini più scure e di qualità inferiore funzionano meglio. L’aver proposto foto “prima e dopo” di clienti reali anziché un vero servizio fotografico è stata l’iniziativa di maggiore successo. Allo stesso modo, American Eagle ha riconosciuto come la sua scelta di non utilizzare Photoshop abbia avuto un forte impatto sui giovani adolescenti che non amano vedere contenuti artefatti o situazioni inscenate.

La generazione zero vuole vedere contenuti che siano effettivamente raggiungibili e non troppo ricercati. Valuta la possibilità di sfruttare l’influencer marketing per accedere a contenuti apprezzati dalla generazione zero e derivanti dai trendsetter che questa generazione già rispetta.

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7. La generazione zero preferisce lo shopping nei punti vendita, i millennial acquistano online

I millennial sono professionisti degli acquisti online. Ogni volta che vogliono qualcosa di nuovo estraggono il loro smartphone (è pertanto fondamentale una strategia mobile ad hoc) o computer portatile. Hanno visto il mondo passare dalla connessione remota via modem alla connettività sempre attiva e approfittano di questa comodità in ogni momento. Probabilmente parte della recente crisi dei negozi fisici è dovuta all’abbandono da parte dei millennial della modalità di acquisto da loro offerta.

La generazione zero, invece, preferisce fare acquisti nei negozi. Amano vedere e toccare di persona i prodotti per assicurarsi di acquistare qualcosa di alta qualità e vogliono anche vivere le esperienze esclusive che i negozi offrono (come lezioni di trucco nei negozi di cosmetici o lezioni di fitness nei negozi di abbigliamento sportivo). Pensa a come puoi portare più adolescenti nei tuoi punti vendita (se disponi di sedi fisiche) con esperienze educative o con un alto coefficiente social.

8. I millennial stabiliscono relazioni intime con i marchi, la generazione zero vuole essere indipendente

Quando i millennial frequentavano la scuola media e la scuola superiore, i nomi dei marchi erano di gran moda. Esibire t-shirt, jeans e scarpe con i marchi più in voga era la maniera in cui mostravano il loro senso della moda. Ora che sono adulti, i millennial potrebbero essere disposti a pagare di più per i loro marchi preferiti.

La generazione zero, invece, non vuole essere definita da alcun marchio diverso dal proprio (si veda ad esempio la parodia di SNL sui “jeans woke“). Vogliono celebrare la propria indipendenza e utilizzano i social media per trovare le comunità a cui sentono di appartenere.

Il miglior approccio di marketing per la generazione zero è quello di celebrare l’individuo, dicendo ai clienti che possono essere quello che vogliono e non cercare di prescrivere un’immagine specifica o troppo circoscritta.

Scarica il report “State of the connected customer” e scopri come Millennial e Generazione Z differiscono nelle loro interazioni con le aziende!

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