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Neurodiversità e mondo del lavoro: la Salesforce Academy di Specialisterne

Neurodiversità e mondo del lavoro: la Salesforce Academy di Specialisterne

Specialisterne si occupa dell’inserimento lavorativo di persone neurodivergenti. Abbiamo intervistato Alvise Casanova, Business Development di Specialisterne, il quale ci ha raccontato come si arricchisce un’azienda che include nei propri gruppi di lavoro persone neurodivergenti.

Specialisterne è un progetto nato in Danimarca che si occupa dell’inserimento lavorativo di persone neurodivergenti, con autismo e Sindrome di Asperger, risorse che hanno delle caratteristiche che sono considerate preziose soprattutto nel mondo della tecnologia.

Non solo il focus sull’ambito tecnologico, ma soprattutto la comunanza di valori come equality e inclusione, ha spinto Salesforce a voler lavorare e costruire qualcosa insieme a questa virtuosa realtà. Ed è così che in breve tempo è nata la Salesforce Academy di Specialisterne che a oggi ha già visto l’inserimento di sei professionisti all’interno di aziende partner.

Alvise Casanova, Business Developer Manager di Specialisterne, mi ha raccontato meglio come si arricchisce un’azienda che include nei propri gruppi di lavoro persone neurodivergenti.

Parliamo di Specialisterne: perché questo nome e che cosa fate?

Specialisterne è una parola danese che significa “gli specialisti”. Quella di Specialisterne è un’iniziativa imprenditoriale e sociale che nasce nel 2004 in Danimarca con un duplice obiettivo: valorizzare le persone autistiche nel mondo del lavoro e aiutare a cambiare la percezione della società sul valore che le persone neurodivergenti possono portare nel mondo aziendale.

Quindi non siete un’associazione non-profit ma siete un’agenzia per il lavoro.

A livello internazionale Specialisterne è una fondazione che vanta partnership importanti: la Specialisterne Foundation globale è partner delle Nazioni Unite per il tema dell’autismo al lavoro. Specialisterne si declina poi in varie presenze locali in questo momento in 22 Paesi del mondo in una veste di profit sociale. Ad esempio in Italia, dove siamo presenti dal 2017, siamo una Srl con una missione sociale. Qui abbiamo scelto di configurarci anche come agenzia per il lavoro perchè è la formula migliore e più efficace per realizzare l’obiettivo della piena inclusione.

Alvise Casanova, Business Developer Manager di Specialisterne Italia, insieme a Valentina Zanconi, Head of Giving Back di Salesforce Italia, e Victoria Cabello durante l’evento virtuale Salesforce Live: Italy 2021

In che modo le persone che aiutate sono speciali?

Le persone che aiutiamo, più che essere loro stesse speciali, possiedono una specialità, ossia una caratteristica che è quella della neurodivergenza. Dal punto di vista neurologico, noi esseri umani siamo tutti diversi, possiamo dire che siamo tutti neurodiversi. Così come siamo tutti biologicamente diversi. Poi c’è’ chi ha un funzionamento neurologico tipico e “standard”, definito neurotipico, e chi invece è neurologicamente differente dalla maggioranza a sviluppo tipico. Queste sono le persone neurodivergenti. L’autismo si colloca in questo contesto.

Le imprese devono essere quindi pronte a includere determinate differenze, perché il contesto fa la differenza.

Il contesto è indispensabile. Il nostro lavoro è proprio quello di accompagnare le aziende a creare le migliori condizioni per comprendere le neurodivergenze, rispettarle e quindi valorizzarle. Le persone neurodivergenti hanno delle qualità e delle capacità che però restano spesso largamente inutilizzate. Noi rappresentiamo un ponte, procuriamo opportunità professionali alle persone autistiche e allo stesso tempo facciamo in modo che le aziende ne comprendano le straordinarie potenzialità e valore.

Quindi per un’azienda assumere una persona autistica è un’opportunità e non semplicemente un’azione di responsabilità sociale?

Le persone neurodivergenti, se sono scelte con un buon matching tra le loro caratteristiche e il ruolo aziendale da svolgere, sono persone che lavorano con un alto livello di performance e quindi risultano essere dei dipendenti o collaboratori ad altissimo valore. La diversità di approccio e di pensiero, oggi tanto declamata e auspicata dalle aziende, porta molto valore.

La neurodivergenza comporta un punto di vista differente e quindi alle giuste condizioni anche a ragionamenti e visioni “out of the box”.

Oggi esiste un problema sociale: al momento l’85% delle persone autistiche non lavora e, se lo fa, svolge attività sotto qualificate. Il potenziale invece e’ enorme.

Questo 85% è un dato importante. La pandemia ha amplificato questo problema?

La pandemia è risultata particolarmente problematica per tutte le persone in condizione di diversità. Nel nostro caso, non è stato così. Tutte le persone assunte con Specialisterne hanno continuato a lavorare anche da remoto. Nessuno ha smesso di lavorare nel periodo pandemico. Anzi, le aziende ne hanno toccato con mano il beneficio. Il motivo? Tutto indiretto. La pandemia ha obbligato tutti a lavorare in modo più’ lineare e organizzato. In questo le persone autistiche sono champion. Ciò significa che si è ridotto il gap e il loro ruolo è stato molto valorizzato.

I team lavorano meglio perché a livello manageriale c’è necessità di avere una comunicazione più diretta e trasparente che porta a spiegare le cose che in azienda a volte si danno un po’ per scontate. Il famoso “non detto”, che in questo caso deve essere detto altrimenti non funziona, è così?

Sì esatto, è una palestra dove questo tipo di atteggiamento non è un “nice-to-have”, ma un “must-have”. Se un manager o un collega non comunicano in maniera chiara, non è mai un bene per il team, ma se lo fanno con una persona autistica potrebbe non funzionare del tutto! Imparare un nuovo modo di comunicare più lineare è una necessità che si traduce in una migliore comunicazione per tutti.

Entriamo nel merito del digitale. I vostri professionisti come si pongono rispetto alle nuove tecnologie? Un’azienda che assume un vostro lavoratore e lo vuole collocare nel mondo del digitale, che benefici ha?

Ci sono delle caratteristiche e qualità che sono piuttosto comuni nelle persone neurodivergenti e spesso si sposano molto bene con le esigenze del digitale. La capacità di analisi e l’identificazione di modelli o ricorrenze normalmente sono caratteristiche molto richieste dalle aziende e che ben si adattano alle persone neurodivergenti. Ciò non è vero in assoluto ma di solito i ruoli tipici del mondo dell’Information Technology si prestano molto bene. I nostri professionisti portano poi un pensiero laterale che è spesso la chiave dell’innovazione. Non è poco…

Com’è nata la collaborazione con Salesforce?

La collaborazione con Salesforce è nata un anno e mezzo fa. Ci siamo conosciuti e abbiamo subito condiviso approcci e valori. Da lì è nata l’idea di lanciare una Salesforce Academy ad hoc per i professionisti di Specialisterne. Il progetto è partito ufficialmente quest’anno, nel mese di febbraio. La prima edizione ha portato alla formazione di quattro developer e due marketer. Tutte persone che hanno già trovato lavoro presso i partner Salesforce Everis e H-Farm. Risultati positivi e concreti. Il progetto è stato possibile grazie al contributo del team di esperti di Salesforce Italia che hanno seguito le persone, le hanno formate e accompagnate alla certificazione. Un’esperienza bellissima e positiva che vorremmo replicare con l’obiettivo di organizzare due Salesforce Academy all’anno per formare una quindicina di specialisti Salesforce.

È un target ambizioso o realizzabile?

Si stima che in Italia ci siano circa un milione di persone nello spettro autistico. Logicamente non tutte queste persone sono impiegabili in ruoli IT e non tutti possono ambire a fare una Academy sulle tecnologie Salesforce, però i numeri delle persone neurodivergenti impiegate potrebbero essere decisamente più grandi. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare un programma di recruitment molto più ampio che possa andare a coprire una collaborazione estesa con le università per poi arrivare entro i prossimi cinque anni a formare un centinaio, se non addirittura qualche centinaio, di persone all’anno.

L’intervista con Alvise Casanova durante Salesforce Live Italy

Valentina Zanconi

Valentina Zanconi è Staff Operations Administrator & Executive Assistant dell'Italy Country Leader. Responsabile di attività che promuovono i valori di Salesforce, affianca il management nel coordinamento e nella comunicazione efficace degli obiettivi aziendali. Entrata in Salesforce nel 2016, Valentina Zanconi è membro del Management Board di Salesforce Italy, nel quale supporta la definizione ed implementazione delle attività di Giving-Back e People Culture a sostegno del benessere e dell'engagement dei dipendenti. Ricopre con passione il ruolo di Lead per Abilityforce Italy, Earthforce Italy e Outforce Italy: equality group il cui fine è portare consapevolezza e supporto su tematiche quali inclusione, etica ambientale e i diritti della comunità Lgbtq+.

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